Il 30 giugno 1875 termina l’abbandono anonimo dei bambini, da allora ricevuti all’Ufficio di consegna dell’Istituto che registra le loro generalità. Dal 1891 l’Ufficio si trovava nella Sala Grazzini, accanto a un ambiente in cui monitorare lo stato di salute dei piccoli ospiti all’arrivo.
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L’antico ufficio di Consegna (dove per decenni sono state registrare le generalità dei bambini lasciati agli Innocenti) si trasforma oggi, temporaneamente, in “un ambiente sonoro, una voce – 12 voci – un gesto. Le voci si intrecciano e si susseguono a formare un’unica voce ancestrale e primordiale. La voce che non dice ma canta. Voci di padri di Paesi e lingue diversi che cantano la ninnananna al loro bambino (quella che cantano sempre).
Un ambiente sonoro buio – otto casse, da ogni cassa una voce: una ninnananna.
A lato un’immagine alla parete. L’immagine video scura di un gesto che si ripete e si intravede: quello del padre che culla il suo piccolo da sinistra a destra e viceversa.”
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TATAY – Videoinstallazione realizzata con l’amichevole collaborazione di Ludovico Einaudi
Durata: 22 min.
8 canali audio
Con la collaborazione di
Video: Federico Frefel, Audio: Elvio Manuzzi
Si ringrazia per la partecipazione:
Yeyan Chen, Anthony Claude Dourado, Martim Fogaca, Ossama Ghatias, Sergey Golubtsov, Giordano Manuzzi, Mamadou Niang, Mathieu Renaudat, Besmir Rrjolli, Giuliano con Marcello Sergio, Sadiwa Sherwin, Somarathna Wahumpurage, Shinji Wataruse
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Marina Ballo Charmet lavora con la fotografia e il video dalla metà degli anni ottanta. Numerose le personali e le collettive in musei e istituzioni in Italia e all’estero, e la partecipazione alla 12ª Mostra Internazionale di Architettura di Venezia nel 2010 e alla 47ª Biennale d’Arte di Venezia nel 1997.