Galleria degli Affreschi

La Galleria degli Affreschi e le Stanze del priore sono situate lungo il quadrilatero interno del complesso architettonico dell’Istituto degli Innocenti, sopra al Cortile degli uomini. Nel corso dei secoli hanno assolto a diverse funzioni ospitando uffici e altre attività dell’amministrazione. Nel 1971 vi trovano collocazione un nucleo di sinopie e di affreschi staccati ricevuti in deposito dalla Soprintendenza alla Gallerie fiorentine – oggi Gallerie degli Uffizi –, successivamente all’Alluvione di Firenze del 1966.

Le opere custodite in Galleria sono in tutto ventotto. Si tratta di ventisette opere tra sinopie e affreschi staccati in deposito e la Disputa di Santa Caterina d’Alessandria con i filosofi di Bernardino Poccetti di proprietà dell’Istituto. Molte tra queste, risalenti al periodo che va dal XIII al XVIII secolo circa, erano state fino ad allora custodite presso il Cenacolo di San Salvatore a Ognissanti. In seguito all’Alluvione, furono restaurate ed affidate all’Istituto, in concomitanza con il trasferimento e il riordinamento del Museo degli Innocenti al primo piano, di cui divennero parte integrante.

Il percorso espositivo della Galleria segue un ordinamento principalmente cronologico e tematico, con un allestimento che valorizza la raccolta e favorisce la visione ravvicinata delle opere, grazie alla loro collocazione a parete a un’altezza ‘ribassata’ e conserva, ove possibile, le precedenti collocazioni a testimonianza della lettura offerta dal tempo. I pannelli informativi raccontano gli spazi e le opere, soffermandosi su due nuclei particolarmente significativi, il ciclo pittorico della seconda metà del Cinquecento di Alessandro Allori e bottega e due pregevoli dipinti murali di Lorenzo Monaco datati agli inizi del Quattrocento.

Cenni storici

Il 4 novembre 1966 l’alluvione travolse la città arrivando a sommergere anche il seminterrato dell’Istituto degli Innocenti. L’esistenza di un precedente progetto di ripristino architettonico e funzionale del complesso monumentale, elaborato dalla Soprintendenza ai monumenti artistici, permise all’Amministrazione di operare un tempestivo intervento di restauro e valorizzazione.

In questa occasione, il Museo venne trasferito dai locali al piano terra all’attuale Pinacoteca e fu ripristinata la galleria finestrata, identificata come Galleria degli Affreschi. A seguito dell’alluvione alcune sinopie e gli affreschi staccati furono affidati all’Istituto assieme ad altre opere messe in sicurezza. La Pinacoteca e la Galleria furono inaugurate il 27 giugno 1971 alla presenza delle autorità dello Stato italiano e del Governo del Canada, che contribuì al restauro, a testimonianza del ruolo centrale svolto da Firenze per la cosiddetta “rivoluzione nella conservazione” delle opere d’arte. Grazie ai restauri dell’epoca, dalla Galleria si possono ammirare le decorazioni murarie presenti nel Cortile degli uomini – eseguite a calce bianca e graffito – rappresentanti putti in fasce, stemmi dell’Istituzione e di altri antichi ospedali fiorentini passati sotto l’amministrazione degli Innocenti.

Le opere in Galleria

 

Le sinopie e gli affreschi staccati provengono da diversi luoghi di Firenze e dintorni e sono stati realizzati tra il XIII e il XVIII secolo: l’affresco più antico, proveniente da una abitazione privata, presenta i frammenti di una decorazione parietale policroma, con motivi vegetali e animali.

Particolare importanza riveste il ciclo pittorico realizzato da Alessandro Allori e bottega per la cappella dell’Ospedale delle Donne di Santa Maria Nuova nel 1576, con episodi dell’Antico Testamento e sei monumentali figure di profeti, che rimandano agli affreschi michelangioleschi della Cappella Sistina in Vaticano.
L’opera più recente risale al XVIII secolo e raffigura una Adorazione dei Pastori 1monocroma.

Dalla Galleria si accede all’ambiente del piccolo oratorio comunemente indicato come Cappellina o Cappellina delle suore che venne costruito nel 1955, dopo che la cappella interna – situata nel Cortile delle Donne – venne destinata ad aula della Scuola di puericultura. A seguito di questa diversa destinazione di uso, la Curia fiorentina ottenne dall’Amministrazione degli Innocenti la costruzione di un “oratorio semplice e funzionale” per le suore di Santa Marta, che risiedevano in Istituto dal 1938 svolgendo diverse funzioni assistenziali.

L’oratorio venne consacrato il 1° dicembre 1956 da don Attilio Piccini, parroco e archivista dell’Istituto degli Innocenti, delegato dalla Curia alla celebrazione. La Cappellina fu dedicata al Santissimo Crocifisso, presumibilmente per la presenza sopra l’altare di un crocifisso ligneo del XVI secolo. Lo spazio, interamente ristrutturato con il riscoperto affaccio sulla Chiesa di Santa Maria degli Innocenti, ospita ora alcuni dei più pregevoli affreschi staccati in deposito al Museo degli Innocenti dal 1971, tra cui due notevoli opere di Lorenzo Monaco (Piero di Giovanni, Firenze, documentato 1391-1422).

L’affresco raffigurante una Crocifissione con la Madonna e San Giovanni Evangelista (2) (1400-1410) fu realizzato, probabilmente, per il convento delle oblate di Santa Maria Nuova e presenta un’iconografia diffusa nei luoghi di cura e di sepoltura, con San Giovanni e la Madonna seduti a terra ai piedi della Croce. Le figure dei dolenti, rese nei soli toni del grigio, invitano alla meditazione sui temi della sofferenza e del conforto.

Caratteri simili presenta anche l’intensa rappresentazione del Cristo in Pietà (3) (1411-1413), la cui esecuzione è stata invece recentemente ricondotta al perduto Oratorio della famiglia degli Alberti, nel monastero camaldolese di Santa Maria degli Angeli di Firenze. L’eccezionalità di quest’opera, concepita come paliotto murale (il rivestimento della parte anteriore dell’altare), risiede nella scelta della pittura ad affresco al posto della più comune tavola dipinta.

Un’ala della Galleria è dedicata alle sinopie e all’approfondimento sulle tecniche di realizzazione e restauro dell’affresco. Vi si trovano opere quattrocentesche di Bicci di Lorenzo (Madonna col Bambino tra San Giovanni Battista e Santo monaco, Sant’Antonio abate; Madonna col Bambino tra i Santi Leonardo e Giorgio) e la seicentesca Ultima cena di Matteo Rosselli.

Nel vestibolo di ingresso alle Stanze del priore, è possibile ammirare l’affresco di Bernardino Poccetti con La Disputa di Santa Caterina d’Alessandria con i filosofi (4), realizzato nel 1612. Si tratta dell’ultima di una serie di opere eseguite dall’artista nel periodo in cui fu ospite degli Innocenti, tra cui gli affreschi celebrativi della famiglia Medici nel loggiato di facciata e, soprattutto, la Storia degli Innocenti che si trova al piano terra nello spazio oggi denominato appunto “Sala Poccetti”.

La costruzione delle Stanze del priore – ora ristrutturate e adibite a sala proiezioni e spazi convegnistici ed espositivi – fu avviata nel 1445 affinché il priore, o spedalingo, potesse abitare all’interno dell’edificio. Per questo fu necessario apportare la prima modifica architettonica all’impianto brunelleschiano, rialzando il corpo di fabbrica della facciata.

Interventi conservativi e di ricerca

Preliminarmente ai lavori, gli affreschi staccati della Galleria sono stati rimossi dalle pareti in cui si trovavano e sono stati temporaneamente alloggiati in un’area interna appositamente adibita a deposito. Sia le opere della raccolta, sia l’affresco di Bernardino Poccetti eseguito nel vestibolo che precede le Stanze del priore sono state sottoposte a un accurato intervento di manutenzione straordinaria consistito in diversi tipi di pulitura, consolidamento e ritocco pittorico. È stato quindi realizzato un nuovo sistema di staffatura.

L’intervento, ha costituito un’importante occasione di ricerca per il Servizio Archivio, Museo e attività culturali ai fini dell’elaborazione del progetto museologico, offrendo l’opportunità per l’avvio di nuovi studi sulle opere della raccolta di affreschi. La collaborazione con il Dipartimento SAGAS dell’Università degli Studi di Firenze ha permesso la redazione degli apparati informativi e sta implementando la piattaforma web che raccoglierà e renderà fruibili on line contenuti di approfondimento sulle opere della Galleria.

Accessibilità e strumenti

L’intervento di riqualificazione, che ha favorito l’accessibilità fisica degli spazi, è stato accompagnato da azioni e strumenti destinati a garantire e migliorare la fruizione del percorso di visita da parte di pubblici speciali.

Il percorso di visita tattile per ipovedenti e non vedenti, sino a ora incentrato su alcune opere collocate nel Percorso Storia, si è arricchito della presenza di due riproduzioni tattili in quadricromia e braille. La prima è dedicata all’affresco Disputa di Santa Caterina d’Alessandria di Bernardino Poccetti e si trova nel vestibolo antistante le Stanze del priore, mentre la seconda è collocata in Pinacoteca e riguarda i celebri Putti in fasce di Andrea della Robbia. Per favorire l’accessibilità di persone con disabilità intellettive è stata realizzata una nuova guida per la lettura facilitata del Museo che comprende anche della Galleria degli Affreschi.

Per migliorare l’inclusività e l’accessibilità è stata rinnovata la segnaletica dell’intero percorso museale, mentre la Galleria degli Affreschi è stata dotata di pannelli informativi e di didascalie delle opere, nel rispetto della loro leggibilità e comprensione.

Il progetto di riqualificazione

Nell’agosto del 2023 viene presentato il progetto di riqualificazione e ottiene il finanziamento nell’ambito del progetto del Ministero della Cultura PNRR M1C3-3 / Investimento 1.2, per la “Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi”, grazie al quale, unitamente a risorse proprie dell’Istituto, è stato possibile realizzare i lavori per rendere pienamente accessibili e fruibili gli spazi della Galleria degli Affreschi e gli interventi per la valorizzazione del patrimonio di opere qui custodite.
Oltre alla Galleria degli Affreschi, l’intervento di riqualificazione ha coinvolto anche la Cappellina delle suore, riscoprendone l’affaccio privilegiato sulla chiesa di Santa Maria degli Innocenti, e le due Stanze del priore. Quest’ultime sono state completamente ristrutturate, arredate e dotate delle tecnologie necessarie per lo svolgimento di attività culturali e piccoli eventi espositivi.

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