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Il Museo degli Innocenti e il Museo Novecento rafforzano la loro collaborazione con Louise Bourgeois in Florence, due mostre – Cell XVIII (Portrait) e Do Not Abandon me – che apriranno al pubblico il 22 giugno e saranno visitabili fino al 20 ottobre 2024. Il progetto porta per la prima volta a Firenze le opere dell’artista, costruendo un significativo rapporto di osmosi tra le sue creazioni e il contesto espositivo.
Louise Bourgeois (Parigi, 1911 – New York, 2010) ha avuto un’infanzia segnata da un rapporto complicato con la famiglia, da cui sono scaturite esperienze traumatiche che sono state una delle principali fonti di ispirazione per la sua arte. Dai disegni intimi alle installazioni su larga scala, realizzate in una varietà di materiali, tra cui legno, marmo, bronzo e stoffa, Bourgeois ha espresso stati psicologici attraverso un vocabolario visivo di equivalenti formali e simbolici. La scala e i materiali delle sue opere variano tanto quanto le forme, che oscillano tra astrazione e figurazione. Emozioni come la solitudine, la gelosia, la rabbia e la paura sono i fili conduttori del suo lavoro. La sua scrittura quasi ossessiva, così come il disegno, rimasero forme di espressione centrali per tutta la sua vita.
Cell XVIII (Portrait) presenta un’opera di forte impatto visivo in risonanza con la storia e la collezione dell’Istituto: un’installazione scelta da Philip Larratt-Smith in dialogo con Arabella Natalini, direttrice scientifica del Museo degli Innocenti, e Stefania Rispoli, curatrice del Museo Novecento.
La parola “cell” del titolo è traducibile in italiano sia come “cellula” sia come “cella” e rinvia dunque tanto all’unità elementare di tutti gli organismi viventi, quanto alla condizione di isolamento, separazione e reclusione che caratterizza la dimensione carceraria o monastica.
La “cella” esposta al Museo degli Innocenti trova spazio all’interno del percorso Arte, che unisce la galleria soprastante il loggiato brunelleschiano di facciata e gli ambienti del Coretto che si sporgono sull’antica Chiesa di Santa Maria degli Innocenti. Il soggetto racchiuso in Cell XVIII (Portrait) sembra reinterpretare l’iconografia della Madonna della Misericordia, ricorrente in alcune opere tra le più emblematiche della collezione e fortemente rappresentative della vocazione di accoglienza dell’Istituto. L’immagine richiama alla memoria la numerosa comunità femminile composta sia dalle bambine qui accolte e cresciute, sia dalle figure che, svolgendo diverse mansioni, hanno contribuito a far sì che la condizione della donna, e delle madri in particolare, divenisse parte della mission istituzionale a fianco dell’attività di promozione sui diritti dei bambini e degli adolescenti oggi identificativa dell’ente fiorentino.
La mostra Do Not Abandon me, curata da Philip Larratt-Smith e dal direttore artistico del Museo Novecento Sergio Risaliti in collaborazione con The Easton Foundation, occuperà quasi per intero l’edificio delle Ex Leopoldine, tra le sale al piano terra e al primo piano.
Quasi cento le opere di Burgeois che comporranno l’esposizione, tra cui molte su carta, tra gouache e disegni, realizzate negli anni duemila, oltre a sculture di varie dimensioni, in stoffa, bronzo, marmo e altri materiali. Da segnalare, Spider Couple, una delle creazioni più celebri ed emblematiche dell’artista, che verrà installata nel cortile del Museo. Il titolo, Do Not Abandon me, fa riferimento alla paura dell’abbandono che Bourgeois ha sempre nutrito e che in questo caso si riferisce alla diade madre-bambino, che costituisce il modello di tutte le relazioni future.